Il PIR (Piano Individuale di Risparmio) è un’ottima soluzione per investire in borsa beneficiando di una fiscalità agevolata. ✨
Tuttavia, questi vantaggi fiscali comportano alcune limitazioni che è fondamentale conoscere.

In questo articolo, facciamo il punto su:
• il funzionamento del PIR
• la sua fiscalità
• il suo massimale

Ti offriamo anche i nostri consigli pratici per gestire al meglio il tuo PIR!

Come funziona il PIR?

Il PIR è un conto di investimento che offre un quadro fiscale vantaggioso.
Non si tratta di un investimento in sé, ma di un’envelope fiscale, ovvero un contenitore entro il quale puoi acquistare e vendere azioni, fondi di investimento ed ETF, rispettando però alcune restrizioni specifiche. 📁

Quali investimenti si possono realizzare all’interno di un PIR?


Il PIR consente di investire in azioni italiane, con un focus particolare sulle piccole e medie imprese (PMI), e in alcuni strumenti finanziari europei.

I vantaggi fiscali del PIR comportano alcune limitazioni.
La principale è che il PIR permette di acquistare principalmente azioni di società italiane, con l’obbligo di destinare una parte significativa del capitale a PMI quotate o non quotate.
Inoltre, è possibile investire in fondi o ETF che rispettano i criteri di eligibilità del PIR, purché siano focalizzati su aziende italiane o, in misura minore, europee.

In termini di diversificazione, il PIR non è l’ideale.
Ad esempio, chi desidera investire nei mercati emergenti o sfruttare la forza economica degli Stati Uniti non può farlo direttamente, poiché il PIR è pensato per sostenere l’economia italiana. Tuttavia, esiste una soluzione: gli ETF. 🌍

Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi di investimento che replicano un indice di mercato, come il FTSE MIB, ma possono anche includere indici internazionali o settoriali.
Alcuni ETF, purché conformi ai requisiti del PIR (ad esempio, con un focus su PMI italiane o società europee), sono eligibili per il piano.
Utilizzando questi ETF, puoi ottenere una certa diversificazione all’interno del tuo PIR, migliorando il potenziale di rendimento a lungo termine.

FinanzaPerTutti
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Oltre a offrire un’esposizione mirata all’economia italiana, gli ETF eligibili per il PIR hanno costi di gestione molto bassi. Per questo, sono gli strumenti che raccomandiamo per investire nel tuo PIR! Scopri come scegliere i migliori ETF per il tuo piano qui!

I soldi sono bloccati nel PIR?

I tuoi soldi non sono mai bloccati nel tuo PIR.
Tuttavia:

  • qualsiasi prelievo prima di 5 anni comporta la chiusura del tuo PIR;
  • per beneficiare dei vantaggi fiscali, devi mantenere l’investimento per almeno 5 anni.

Dopo il quinto anniversario del tuo PIR, puoi effettuare prelievi e versamenti liberamente, secondo le tue esigenze.
L’obiettivo del PIR è promuovere l’investimento a lungo termine, sostenendo l’economia italiana. 🏦

Da sapere: in alcuni casi, è possibile effettuare prelievi dal PIR prima dei 5 anni senza che il piano venga chiuso. Questo è consentito, ad esempio, in caso di perdita del lavoro, invalidità riconosciuta (di categoria 2 o 3) o pensionamento anticipato per te o il tuo coniuge (sposato o unito civilmente). Inoltre, se prelevi le somme prima dei 5 anni e le utilizzi per avviare o rilevare un’impresa, puoi beneficiare dell’esenzione fiscale sulle plusvalenze (generalmente soggette all’imposta del 26%).

Qual è il massimale del PIR?

Il PIR ha un massimale di versamenti pari a 30.000 euro all’anno, con un limite complessivo di 150.000 euro per l’intera durata del piano.
I prelievi effettuati non influiscono su questo massimale.

Una volta raggiunto il limite di versamenti, non è più possibile aggiungere nuovi fondi, ma le plusvalenze e i dividendi possono continuare a far crescere il valore del tuo PIR ben oltre i 150.000 euro. 📈
Ad esempio, è possibile che un PIR raggiunga un valore di un milione di euro, pur avendo versato “solo” 150.000 euro.

Se il tuo PIR raggiunge il massimale di versamenti, più avanti in questo articolo troverai alcuni consigli per continuare a gestire efficacemente il tuo patrimonio finanziario.

Qual è la fiscalità del PIR?

Il PIR è un contenitore fiscale che offre una delle fiscalità più vantaggiose per gli investimenti in Italia.

  • Innanzitutto, finché non prelevi denaro dal tuo PIR, non paghi imposte, anche se realizzi guadagni attraverso compravendite all’interno del piano.
  • Quando effettui un prelievo, solo i guadagni (plusvalenze e dividendi) sono soggetti a tassazione.
  • La fiscalità dipende dall’evento e dall’anzianità del tuo PIR:
Evento Chiusura del piano Fiscalità
Cessione dei titoli No Esenzione
Percezione di dividendi No Esenzione
Salvo dividendi di titoli non quotati che superano il 10% del valore di acquisto = imposta del 26%
Prelievo prima di 5 anni Sì, salvo licenziamento, invalidità o pensionamento Imposta sulle plusvalenze = 26%
Salvo creazione o rilevo di un’impresa (nessuna imposta sulle plusvalenze)
Prelievo dopo 5 anni No Esenzione totale dalle imposte sulle plusvalenze
Tabella riepilogativa della fiscalità del PIR

Questo è il principale vantaggio del PIR: l’esenzione totale dalle imposte sulle plusvalenze 5 anni dopo la sua apertura! ⭐

Ciò che conta per beneficiare dell’esenzione fiscale è la data di apertura del PIR, non quella dei tuoi investimenti.
Per questo, ti consigliamo di aprire il tuo PIR il prima possibile (e di farlo anche per i tuoi familiari), anche con un versamento minimo di poche decine di euro, per “prendere data”.

Inoltre, investire presto ti permetterà di far crescere il tuo capitale in modo esponenziale grazie al potere degli interessi composti.

PIR, conto titoli o assicurazione sulla vita?

Vuoi investire in borsa ma sei indeciso tra aprire un PIR, un conto titoli o un’assicurazione sulla vita?

Diciamolo subito: il PIR è un’ottima scelta.
Il conto titoli e l’assicurazione sulla vita, però, non vanno visti come alternative al PIR, ma piuttosto come strumenti complementari.

PIR o conto titoli?

Come il PIR, il conto titoli permette di effettuare investimenti in borsa. Tuttavia, a differenza del PIR, non è limitato alle azioni italiane o alle PMI europee.
Con un conto titoli, puoi, ad esempio, acquistare obbligazioni, prodotti derivati o titoli di mercati internazionali. Il rovescio della medaglia è che il conto titoli non offre alcun vantaggio fiscale.

Inoltre, il conto titoli consente di sfruttare l’effetto leva: in altre parole, puoi indebitarti per investire di più. Questo è possibile, ad esempio, attraverso strumenti come i CFD (Contratti per Differenza) o servizi specifici offerti dai broker.
Sebbene comporti un rischio aggiuntivo, l’effetto leva, se usato con moderazione, può potenziare il rendimento dei tuoi investimenti. Gli stessi strumenti possono essere utilizzati anche per vendite allo scoperto.

Un altro vantaggio del conto titoli sono i costi. La concorrenza tra i broker è più alta per i conti titoli rispetto al PIR, e alcuni broker internazionali offrono commissioni molto competitive. È il caso, ad esempio, di piattaforme come Degiro o XTB.

Scopri il nostro confronto dei migliori broker per il conto titoli.

PIR o assicurazione sulla vita?

L’assicurazione sulla vita consente anch’essa di effettuare investimenti in borsa, con due vantaggi principali rispetto al PIR:

  • l’accesso ai fondi in euro, che garantiscono il capitale investito (anche se con rendimenti bassi);
  • l’accesso a fondi obbligazionari, generalmente meno rischiosi rispetto alle azioni.

La fiscalità dell’assicurazione sulla vita è leggermente meno vantaggiosa rispetto a quella del PIR, ma offre un quadro fiscale particolarmente interessante in caso di successione.

FinanzaPerTutti
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Il PIR è un ottimo punto di partenza per iniziare a investire in borsa. Combinandolo con un’assicurazione sulla vita, potrai accedere a investimenti meno volatili, bilanciando così il tuo patrimonio. Scopri di più nel nostro articolo “PIR o assicurazione sulla vita?”.

Il conto titoli, invece, è più adatto a investitori esperti, a chi desidera diversificare ulteriormente il proprio portafoglio o ai trader che vogliono sfruttare l’effetto leva.

Le tue domande pratiche sul PIR

È possibile trasferire il proprio PIR?

Sì, puoi trasferire il tuo PIR da una banca o un broker a un altro. Se hai già un PIR, ti consigliamo di farlo per mantenere l’anzianità fiscale del piano.

La procedura di trasferimento può richiedere alcune settimane e comportare costi. In Italia, i costi di trasferimento sono generalmente regolati dagli intermediari, ma ti consigliamo di verificare con la tua banca o broker. Per ridurre i costi, suggeriamo:
– di limitare il numero di linee di investimento nel tuo PIR al momento del trasferimento;
– di assicurarti che i titoli detenuti siano disponibili presso il nuovo intermediario.

Come aprire un PIR?

Aprire un PIR è semplice. Visita il sito di uno dei broker o banche e procedi con l’apertura del conto online. Ti saranno richiesti alcuni documenti (estratto conto bancario, documento d’identità e comprovante di residenza).

Qual è il massimale del PIR?

Il massimale del PIR è di 150.000 €, con un limite di 30.000 € all’anno. Puoi superare questo limite con le plusvalenze e i dividendi, ma una volta raggiunto, non potrai più effettuare versamenti.

Cosa fare se ho raggiunto il massimale del PIR?

Se il tuo PIR ha raggiunto il massimale, può comunque continuare a generare plusvalenze. Il nostro primo consiglio è di verificare che il tuo PIR non abbia costi elevati, come commissioni di custodia. In caso contrario, considera di trasferirlo a un PIR più conveniente.

Per continuare a investire in borsa con una fiscalità vantaggiosa, puoi aprire un’assicurazione sulla vita. Con una buona assicurazione sulla vita, avrai accesso a ETF, come nel tuo PIR, e potrai costruire un portafoglio a costi contenuti.

Si possono avere più PIR?

No, puoi avere un solo PIR. Se sei in coppia, sposato o unito civilmente, ogni partner può avere un PIR, ma il limite è di 2 PIR per nucleo familiare. I tuoi figli maggiorenni possono aprire un PIR a loro nome.

Quanto rende un PIR?

Il PIR non ha un rendimento intrinseco, poiché è un contenitore fiscale e non un investimento diretto. Il rendimento dipende dai titoli che scegli. Con un portafoglio ben diversificato (ad esempio con ETF), puoi aspettarti un rendimento medio di circa 8% all’anno.

Cos’è il PIR PMI?

Il PIR PMI è una variante del PIR dedicata esclusivamente alle piccole e medie imprese italiane, quotate o non quotate. Funziona come il PIR standard, ma è limitato a imprese con specifici requisiti (ad esempio, fatturato annuo inferiore a 1,5 miliardi di euro o meno di 5.000 dipendenti).
Ti consigliamo di utilizzare il PIR PMI per investimenti in società non quotate, ad esempio tramite piattaforme di crowdfunding equity.

Cos’è il PIR giovani?

Il PIR giovani è un PIR con un massimale di 20.000 euro, riservato ai giovani tra i 18 e i 25 anni. Non offre vantaggi particolari rispetto al PIR standard, ma non rientra nel limite di 2 PIR per nucleo familiare.

Se hai meno di 25 anni e i tuoi genitori hanno già due PIR, puoi aprire solo un PIR giovani. Dopo il tuo 25° compleanno, il PIR giovani sarà automaticamente convertito in un PIR standard.

Se non sei più legato al nucleo familiare dei tuoi genitori, ti consigliamo di aprire direttamente un PIR standard!

Esistono PIR in gestione pilotata?

Sì, come per le assicurazioni sulla vita in gestione pilotata, esistono anche alcuni PIR in gestione pilotata. In questo caso, deleghi la gestione del tuo portafoglio a un team di professionisti, ma ciò comporta costi di gestione aggiuntivi.

È possibile trasformare il PIR in rendita vitalizia?

Sì, puoi trasformare il tuo PIR in rendita vitalizia, a condizione che sia gestito da una compagnia assicurativa. In caso contrario, dovrai prima trasferirlo a un altro intermediario.

Un’azienda può aprire un PIR?

No, un’azienda non può aprire un PIR. Tuttavia, può investire i suoi eccedenti di liquidità in borsa aprendo un conto titoli (conto aziendale). Un’azienda può anche sottoscrivere un contratto di capitalizzazione, aprire un conto a termine o investire nell’usufrutto temporaneo di una SCPI.