Il Nasdaq Composite è uno dei tre indici di riferimento negli Stati Uniti (insieme al Dow Jones e all’S&P 500). È composto da quasi tutte le società quotate sulla borsa che porta lo stesso nome, il Nasdaq Stock Exchange. Esiste una versione ridotta dell’indice, il Nasdaq 100 che, come suggerisce il nome, include solo le 100 principali azioni del Nasdaq.

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Per identificare correttamente l’indice, sappi che il codice ISIN del Nasdaq Composite è XC0009694271, il suo ticker è IXIC.

Come è calcolato il Nasdaq Composite?

Come la maggior parte degli indici di borsa, il Nasdaq è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato di ciascuna società che lo compone. Nota che nel suo calcolo, l’indice tiene conto solo della porzione di azioni effettivamente quotate in borsa (si parla di flottante).

Da notare che il valore dell’indice spesso riportato dalla stampa non tiene conto dei dividendi.

Storico delle performance del Nasdaq Composite 🚀

L’indice Nasdaq Composite è stato creato nel 1971, con un valore iniziale di 100 punti. All’inizio del 2021, il suo valore era leggermente inferiore a 13.000 punti!

Dalla sua creazione, la performance annuale dell’indice è stata quindi del 9,94%. Questo lo rende uno degli indici più performanti degli Stati Uniti, davanti al Dow Jones e all’S&P 500, le cui performance si attestano intorno al 5%. Inoltre, il Nasdaq Composite non tiene conto dei dividendi versati dalle aziende, quindi si tratta di una performance sottostimata (questo vale anche per il Dow Jones e l’S&P 500).

Tuttavia, il Nasdaq è composto principalmente da aziende innovative, che versano pochi dividendi e preferiscono reinvestire gli utili per assicurare la loro crescita. Per quanto riguarda il Nasdaq Composite, la performance Price Return (senza i dividendi) non è quindi molto distante dalla performance Total Return (dividendi inclusi). Non bisogna dimenticare che dalla sua creazione, il Nasdaq è molto cambiato. La borsa era inizialmente composta da piccole capitalizzazioni di mercato, cosa che oggi chiaramente non è più così.

Il grafico sottostante mostra l’evoluzione della performance del Nasdaq dalla creazione dell’indice.

Il Nasdaq Composite ha una volatilità media annua del 27,90% dagli anni 2000. È significativamente più alta rispetto agli altri due principali indici statunitensi, il Dow Jones e l’S&P 500, che hanno rispettivamente una volatilità del 18,83% e del 19,56%.

Il Nasdaq Composite è quindi più rischioso dei suoi omologhi, il che non sorprende visto che è composto principalmente da azioni growth (di crescita). Ciò conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che non c’è rendimento senza rischio! 🎢

Come investitore, questo confronto depone a favore di una ampia diversificazione, che vada oltre questo indice.

La composizione del Nasdaq Composite

Quali sono i criteri di selezione del Nasdaq Composite?

Per entrare a far parte del Nasdaq Composite, un’azienda deve essere quotata al Nasdaq. Ciò richiede la messa in circolazione di almeno 1.250.000 azioni. Inoltre, poiché il Nasdaq ha un certo prestigio da mantenere, le aziende devono soddisfare almeno uno dei quattro criteri descritti nella sua metodologia:

  • L’utile cumulato (al lordo delle imposte) negli ultimi tre anni è di almeno 11 milioni di dollari e nessun anno presenta una perdita netta. Inoltre, questi stessi utili devono essere superiori a 2,2 milioni di dollari negli ultimi due anni.
  • Il flusso di cassa totale è di almeno 27,5 milioni di dollari negli ultimi tre anni e nessun anno ha avuto un flusso negativo. In questo caso, la sua capitalizzazione di mercato deve anche superare i 550 milioni di dollari e il suo fatturato i 110 milioni.
  • Si può prescindere dai flussi di cassa nel criterio precedente quando la capitalizzazione supera gli 850 milioni. Sono allora sufficienti 90 milioni di dollari di fatturato minimo.
  • Si può anche prescindere dal criterio sul fatturato oltre che dai flussi di cassa quando il totale degli attivi vale almeno 80 milioni e l’azienda può giustificare 55 milioni di dollari di patrimonio netto. Sono allora necessari solo 160 milioni di dollari per la capitalizzazione di mercato media.

Infine, si noti che il Nasdaq Composite è esclusivo: per entrare a far parte dell’indice, un’azienda deve essere quotata esclusivamente al Nasdaq e su nessun’altra piazza borsistica.

È interessante notare, invece, che non ci sono criteri di nazionalità. Pertanto, alcune aziende non statunitensi fanno parte dell’indice. È il caso di Criteo, specialista della pubblicità online, la cui sede legale è a Parigi, ma anche di numerose aziende tecnologiche israeliane o cinesi, per esempio.

Quando un’azienda non soddisfa più tutti questi criteri, viene rimossa dall’indice in qualsiasi momento, senza essere necessariamente sostituita.

Ripartizione settoriale del Nasdaq Composite 📊

L’indice americano è ampiamente dominato dal settore delle aziende tecnologiche. Seguono i servizi e la sanità. Il grafico sottostante mostra la distribuzione dell’indice per settore di attività.

Le aziende di punta del Nasdaq Composite 🌟

Tra le aziende ai vertici dell’indice, troviamo le star della tecnologia americana, ma non solo. Più precisamente:

  • Apple, Microsoft, Amazon sono le tre maggiori capitalizzazioni di mercato dell’indice. Rappresentano rispettivamente il 9,9%, l’8,6% e il 7,5% del peso dell’indice.
  • Il produttore di automobili Tesla, quotato in borsa il 1° luglio 2010, è già in 6ª posizione.
  • Costco, che è un grande rivenditore all’ingrosso americano, si trova in 18ª posizione.

Come investire nel Nasdaq Composite? 💰

Nasdaq-100 vs Nasdaq Composite

Come abbiamo visto in precedenza, il Nasdaq Composite è composto da quasi tutte le capitalizzazioni di mercato quotate sulla borsa del Nasdaq. Sono quindi rari gli strumenti che replicano perfettamente la sua performance.

Tuttavia, la borsa del Nasdaq pubblica anche un altro indice, più ristretto: il Nasdaq-100. Come indica il nome, questo indice è composto dalle 100 maggiori capitalizzazioni di mercato del Nasdaq Composite (escluso il settore finanziario). La maggior parte dei tracker e degli altri strumenti finanziari che permettono di investire nel Nasdaq seguono in realtà il Nasdaq-100.

Fa una grande differenza? Non proprio. La capitalizzazione di mercato del Nasdaq Composite è leggermente superiore a 17.000 miliardi di dollari. Ora, poco meno del 90% di questa somma è inclusa nel Nasdaq 100. Si capisce quindi abbastanza bene che la performance di questi due indici sarà molto simile.

Gli ETF sul Nasdaq

Un indice non è un investimento di borsa vero e proprio. Non puoi quindi allocarvi del denaro direttamente. Esistono però diversi strumenti finanziari che svolgono questo ruolo, in particolare gli ETF.

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo di investimento – quindi un paniere di azioni – il cui obiettivo è appunto replicare l’evoluzione di un indice nel modo più fedele possibile. Inoltre, un ETF è quotato in borsa. Puoi quindi acquistarne quote con la stessa facilità con cui acquisti azioni.

Altro vantaggio: i costi di gestione di un ETF sono da 5 a 10 volte inferiori a quelli di un fondo azionario tradizionale. In breve, gli ETF sono gli strumenti ideali per gli adepti della gestione passiva o indicizzata. 🧘

I prodotti derivati

Esiste anche un gran numero di prodotti derivati la cui performance è legata a quella del Nasdaq. Questi prodotti, tra cui troviamo le opzioni, i CFD o ancora i warrant, si rivolgono a trader esperti.

Il loro vantaggio risiede nella possibilità di investire con un effetto leva: puoi investire più del tuo capitale iniziale… a tuo rischio e pericolo! ⚠️

Quali sono le alternative al Nasdaq Composite?

Il Nasdaq non è un indice molto diversificato

Nonostante il suo innegabile peso economico, il Nasdaq raggiunge solo la metà della market cap dell’S&P 500.

Inoltre, abbiamo visto che l’indice è ampiamente dominato dai titoli tecnologici. Ciò pone un problema di diversificazione settoriale. Il Nasdaq è quindi esposto a un rischio di concentrazione, di cui si possono fare alcuni esempi:

  • Le azioni dell’indice potrebbero subire un forte calo in caso di modifica del quadro fiscale internazionale, che attualmente permette loro di eludere in parte l’imposta in alcuni paesi;
  • ma soprattutto, il Nasdaq è soggetto a un rischio di euforia e a effetti moda legati alle nuove tecnologie. L’indice è stato, ad esempio, il più colpito durante lo scoppio della bolla di Internet.

Nella costituzione di un portafoglio di investimento, non avrebbe quindi senso limitarsi ad esso, a meno che tu non voglia consapevolmente sovraesporti ai titoli tecnologici.

Privilegia l’indice S&P 500

Per seguire il mercato americano e investirvi, il Dow Jones e l’S&P 500 appaiono come le due principali alternative.

  • Il Dow Jones è composto solo da 30 società, il che non è chiaramente ideale poiché il fallimento di una di esse avrebbe pesanti conseguenze sulla performance dell’indice.
  • L’S&P 500, invece, è composto dalle 500 maggiori capitalizzazioni di mercato americane, indipendentemente dalla loro piazza di quotazione (New York Stock Exchange o Nasdaq).

L’S&P 500 è quindi l’indice di borsa che sarà più rappresentativo del vigore economico delle grandi aziende americane. È anche quello più diversificato.

Dal nostro punto di vista, in un portafoglio di gestione indicizzata, dovresti quindi privilegiare gli ETF S&P 500. Per una copertura ancora più ampia, puoi anche associarlo al Russell 2000, l’indice delle small cap americane (piccole capitalizzazioni).